Alleviare lo stress da lavoro. Un piccolo suggerimento dalla scienza comportamentale
Alleviare lo stress da lavoro. Un piccolo suggerimento dalla scienza comportamentale
Il benessere sul posto di lavoro è oggi un tema di grandissima attualità e centralità. Il motivo è presto detto. Gli spazi domestici sono diventati per tantissimi il posto di lavoro, con il lavoro agile che ha raggiunto ormai percentuali inimmaginabili fino a poco più di un anno fa. Non solo. Molte professioni sono sottoposte in questo periodo a un carico di responsabilità e stress mai raggiunti in “tempi normali”. La nuova normalità, insomma, ha colpito ancora.
Quali sono i lavori più stressanti nel 2021
Ogni lavoro ha i suoi alti e bassi, ma alcune professioni sono semplicemente più stressanti di altre. Un po’ colpa delle scadenze, un po’ degli impegni quotidiani, a volte semplicemente si è coinvolti in situazioni di vita o di morte. 15 giorni fa, US News ha pubblicato la sua popolare classifica annuale dei 25 Lavori più Stressanti.
In questa poco desiderabile Top 25, come è facile immaginare, a farla da padrone sono le professionalità mediche in questo momento, con ben 9 lavori del settore sanitario coinvolti. A seguire, per quantità di stress, sono manager e dirigenti, con 6 professionalità coinvolte tra IT, Compliance, Finanza e Vendite.
Le nuove sfide per operatori sociali e dirigenti di strutture sanitarie
Dato non particolarmente lusinghiero, anche quello raccolto da chi si occupa di Servizi Sociali. A quanto pare chi dedica la vita al supporto degli altri, non si sente particolarmente supportato in questo momento.
Particolarmente interessanti quelle professionalità in classifica che stanno un po’ nel mezzo tra le aree appena considerate. Si pensi agli assistenti sociali in ambito clinico: in un anno come quello passato, il loro lavoro si è svolto a stretto contatto con persone che attraversavano momenti forse peggiori del solito in ospedale. O si pensi, ancora, ai dirigenti di strutture sanitarie, costantemente nell’occhio del ciclone tra problemi di logistica, forniture, normative e crisis management.
Un rimedio allo stress professionale dalla Scienza Comportamentale
In una recente intervista, Ashley Whillans, psicologa e professoressa in Motivation And Incentives, nei corsi di Business Administration di Harvard, ha parlato della sua ultima ricerca sul campo di Scienza Comportamentale. L’accademica canadese si è occupata di comprendere fino in fondo le cause del burnout tra i social worker americani e inglesi, e di individuare quale piccolo intervento dal management potesse portare il massimo risultato in termini di sollievo.
Fare del bene ai lavoratori in maniera semplice e autentica
Innanzitutto la ricerca ha permesso di evidenziare quanto effettivamente sia impattante la mancanza di piccole ricompense non economiche (incoraggiamenti dal vivo, caffè o the offerti, ecc.) in smart-working. I social worker non si sentono apprezzati al pari di lavoratori con lo stesso livello di preparazione e istruzione.
Attraverso sondaggi, focus group ed esperimenti la Whillans ha potuto verificare che tra tre piccoli possibili incentivi – lettera personalizzata e con firma autografa del dirigente, buoni per caffè e thè, fornitura di strumenti per il goal management -, i lavoratori hanno apprezzato sopra ogni cosa la lettera cartacea di apprezzamento firmata dai loro superiori e ricevuta a casa. Basta poco a volte!
Migliorare la tua reputazione interna
Il workplace non è solo un elemento fondamentale all’interno della vita di un’organizzazione. L’ambiente lavorativo è infatti tra i principali driver della reputazione. Legare a meritocrazia, gratitudine e valorizzazione, salubrità il proprio brand agli occhi più immediati, quelli dei dipendenti, fa tutta la differenza del mondo sul modo in cui si è percepiti poi all’esterno.
Lo smart working e lo stress di questo periodo costituiscono nuove formidabili sfide per il management, che ha l’obbligo e il dovere di difendere la Corporate Reputation nonostante e soprattutto in risposta alle difficoltà che tutti affrontiamo. Per questo è importante valutare scientificamente la propria reputazione con strumenti come l’algoritmo di Reputation Rating e utilizzare quei dati per lavorare al meglio sul driver reputazionale “Workplace & Governance”. Spesso, si bada molto alla Reputazione della propria organizzazione percepita dagli Stakeholder classici, come la collettività e i diretti clienti/iscritti, senza prestare massima attenzione alla Reputazione interna, nei confronti di dipendenti e collaboratori, che più di una volta è origine di vere e proprie crisi reputazionali.