Brand Leadership: nuovi sviluppi economici, nuove prospettive creative
Brand Leadership: nuovi sviluppi economici, nuove prospettive creative
Solitamente quando si parla di leadership si fa riferimento ad un soggetto o ad una persona specifica dotata di talento e affermazione capace d’esercitare le proprie capacità in un modo professionale troppo spesso rigido. La determinazione di distinguersi e emergere fra tanti è molto spesso innata, propria di un individuo in grado di lasciare il segno di un cambiamento non sempre scontato. E se sul concetto di leadership di una persona c’è un unanime consenso, altro è parlare di affermazione di un marchio, la tendenza che un brand possa emergere rispetto ad altri concorrenti integrandosi negli usi e costumi di una nazione o anche a livello internazionale, prescinde il più delle volte dalle sue funzioni economiche e professionali. Creare una brand dandogli voce e personalità non è facile, le modalità d’affermazione si distinguono da quelle riferite all’uomo: un marchio non è adattabile ne tanto meno flessibile, inoltre non ha direttive comportamentali a cui attenersi, certo è che la sua costruzione deve avvenire in un periodo di tempo solitamente lungo, periodo in cui il brand riesce ad imporsi per immagine, funzione e attrazione in un mercato troppo spesso selvaggio in cui può essere d’esempio e ispirazione ad altre realtà socio economiche.
Brand Leadership: 3 principi per un’affermazione prolungata nel tempo
Per valutare l‘affermazione e la leadership di un brand occorre tenere conto di alcuni principi essenziali in grado di far comprendere al meglio come i marchi, pur avendo un loro lato umano, riescano ad oggettivarsi e trovare la loro singola identità che prescinde da chi li dirige. Primo di questi principi fa riferimento ad un equilibrio di conferma, infatti i brand si affermano nella società per due motivi diversi entrambi finalizzati ad una speculazione commerciale: l’aspetto egoistico dove il lucro è il fine cinico della politica d’affermazione, e quello più disinteressato destinato ad un risultato superiore che va oltre il guadagno. Il secondo principio mette in discussione il bisogno di crescita, un bisogno vitale per l’identità del brand che però deve integrarsi con il rispetto e la condivisione di una responsabilità verso i consumatori. Un brand deve avere la capacità di crescere senza sfruttare un consumismo sfrenato, troppe volte difetto e non pregio di uno sviluppo che deve integrarsi con le varie necessità sociali. L’ultimo principio riguarda la capacità di un marchio di rispettare in modo coerente il rapporto reale e connesso tra pertinenza e evoluzione. La crescita e i cambiamenti attuali sono difficili da seguire, e questo porta a non adeguarsi agli sviluppi contemporanei. In questo contesto un brand stabile, affermato ma soprattutto sano deve saper rispettare le richieste dei suoi consumatori riuscendo a dargli ciò che richiedono e non stravolgere e allontanarsi dalle loro esigenze solo perché “l’innovazione” lo richiede.
Brand leadership: coraggio, continuità e perseveranza per una identità riconosciuta
Un marchio è leader ma soprattutto ha una sua propria identità riconosciuta grazie non solo al suo potenziale economico ma anche perché include nella sua essenza alcune caratteristiche come l’eccellenza dei suoi prodotti, l’impegno costante riconosciuto dalla concorrenza e dai consumatori fedeli. Coraggio, continuità e perseveranza sono, infine, requisiti fondamentali per ottenere una leadership riconosciuta e coerente in grado di esaltare e celebrare un brand rispetto ad un altro. La leadership di un brand è oggi espressione di più elementi messi insieme, elementi che se integrati fra loro danno vita a marchi destinati ad essere vissuti nella realtà odierna, ma soprattutto ad avere una continuità futura.