Ecco perché non solo i partiti dovrebbero fare marketing elettorale
Ecco perché non solo i partiti dovrebbero fare marketing elettorale
Oggi mi sono svegliato con decimi di febbre (i 37.1 che stroncherebbero qualsiasi uomo sulla faccia della terra 😀 ) ma mi sono fatto forza e nello spacco di pranzo mi sono recato alle urne. Come ogni volta sono rimasto sorpreso da tutto ciò che comporta organizzare una tornata elettorale:
- Gli scrutatori
- I presidenti di sezione
- La polizia
- I grafici per i manifesti
- Le scuole e il loro mantenimento
- Le liste elettorali divise per seggio
- Le persone che hanno lavorato per fare in modo che tutte le schede elettorali siano aggiornate
- I comuni aperti per permettere a chi ha perso la scheda elettorale di votare
- Le persone che hanno lavorato ai messaggi pubblicitari che spiegano al cittadino come votare
- I servizi di assistenza
- Le facilitazioni di viaggio per gli elettori
- l’apparato informatico
- La logistica
- le vite umane sacrificate per la democrazia
- i 400 milioni di euro che costa organizzarle
Pensare che l’astensionismo sfiora spesso il 50% ci fa capire che è proprio la comunicazione e il marketing legato alle elezioni che non funziona.
È un’attività affidata praticamente ai soli partiti che, essendo però coinvolti in prima persona per un proprio tornaconto personale, ci portano spesso a optare per la scelta del non voto. Questo accade soprattutto per una parte del nostro inconscio che ci porta a non compiere azioni per le quali non abbiamo una precisa percezione del nostro tornaconto personale. Non è una cosa fatta in malafede, ci mancherebbe, ma a quanti di noi è capitato di pensare, vabbè ma chiunque voto non cambia niente o cose similari.
Il Marketing dovrebbe partire invece proprio dal Ministero dell’Interno (sul quale grava gran parte della spesa di organizzazione delle elezioni, quasi 320 milioni).
Ma il Ministero non vende nulla. Ti chiederai.
Come non vende nulla, vende proprio la partecipazione a quel qualcosa che ognuno di noi paga di tasca propria per avere, che è costata vite umane di nostri antenati, che richiede uno sforzo sovrumano di risorse umane e per la quale il Ministero si fa carico, in maniera eccelsa, garantendone trasparenza e regolarità.
Questo deve “vendere il ministero”. Su questo andrebbero prima di tutti educati i cittadini coinvolgendoli e spiegandogli nel migliori dei modi cosa vuol dire “partecipare” alla vita politica del paese.
Da qui dovrebbe partire il “funnel” che porta al voto. Prima capisco cosa vuol dire votare, perchè è importante che io lo faccia e cosa voto. Poi si parla di chi votare.
Se avete letto il mio libro “La reputazione è tutto” si fa proprio un esempio sul Marketing della polizia degli Stati Uniti. Anche loro non vendono nulla, ma fanno Marketing (se volete approfondire La reputazione è tutto)
Un marketing informativo ben strutturato con la storia delle elezioni, con i volti dietro l’organizzazione, uno storytelling storico su quello che è costata la democrazia, su quanto ci costa in termini economici ogni anno , del lavoro che c’è dietro e delle grandissime professionalità coinvolte affinché tutto sia trasparente.
Se non voti non rispetti questo.
Buon voto e ricorda che anche se credi non vendere niente devi fare Marketing.
Quali sono le opinioni e i sentimenti che ruotano attorno al tuo Brand?