In questa estate del 2022 abbiamo deciso di cambiare un po’ di cose. Saremmo dovuti andare in stampa con il numero ventotto del nostro magazine Reputation Review, ma poi abbiamo scelto di prenderci una sorta di pausa di riflessione, di fare un passo indietro per osservare meglio il percorso che abbiamo tracciato fino ad oggi e dargli un’occhiata nel suo insieme. Forse tutto ciò è dovuto anche al fatto che quest’anno Reputation Review compie cinque anni e in qualche modo sentiamo che sia il momento adatto per fare un bilancio, di tirare le somme del nostro lavoro. Prima della pausa estiva abbiamo, quindi, deciso di pubblicare “Reputazioni” un libro nel quale abbiamo raccolto il meglio di questi cinque anni, un “best of” delle nostre inchieste, ricerche e interviste nel tentativo di inquadrare al meglio come si è evoluto il concetto di “reputazione” e in che modo si possa tutelarla, migliorarla e come questa rappresenti un valore imprescindibile per tutte le realtà intorno a noi, lavorative e non solo.
Ma allora perché il titolo “Reputazioni”? A cosa è dovuto questo plurale? Sì, chiaramente è un richiamo alla quantità di persone interpellate per trattare l’argomento, ma principalmente ci sembrava il titolo adatto perché dopo tanti anni in questo settore (oltre al quinquennale di Reputation Review, nel 2022 festeggiamo anche il decennale di Zwan) ci siamo accorti che parlare di reputazione al singolare ha sempre meno senso. Proprio perché ne esistono diverse tipologie a seconda dell’ambito della vita di ciascuno di noi, abbiamo voluto fare questa panoramica, un totale su quello che abbiamo imparato e che abbiamo provato a divulgare con il nostro mestiere. Aver pubblicato “Reputazioni” per noi non è il punto di arrivo, ma è il nostro modo di celebrare il raggiungimento di una tappa, guardarci indietro, asciugarci il sudore dalla fronte e ripartire più convinti di prima.
