Il 3 marzo del 2022, nella location della Casa del Cinema di Villa Borghese a Roma, abbiamo raccolto in una sala cinematografica un nutrito gruppo di ospiti per provare a rispondere ad una domanda cruciale: è possibile creare dal nulla un’identità con una sua credibilità e una reputazione che la precede?
Per fare tutto ciò abbiamo allestito una proiezione di “Reputazione a rischio”, il docu-film realizzato dal nostro team con Davide Ippolito alla regia. Questo documentario è servito a dimostrare come sia relativamente semplice prendere la vita di un uomo, cambiare o enfatizzare determinati tratti della sua personalità e ottenere in questo modo una fake news umana.
Per condurre questo esperimento abbiamo chiesto la collaborazione di Terenzio Cugia di Sant’Orsola, un manager ex dirigente di Lehman Brothers, di “spacciarsi” per un noto cantautore statunitense con lontane origini italiane, tornato nel Belpaese per il lancio del suo nuovo disco “Quarantime” maturato proprio durante il lockdown del 2020. Dopo aver veicolato la notizia, il risultato ottenuto è stato di vedere Terenzio nella persona del suo alter ego su tutti i giornali, le tv e le emittenti radio a rilasciare interviste in un improbabile accento italo-americano e a ricordare fatti inesistenti.
Questa storia però conduce ad un ragionamento su scala maggiore: se siamo stati capaci di ingannare (seppur con intenti benevoli) così tanti media e abbiamo composto quasi dal nulla la credibilità di una persona, quanto è a rischio la reputazione di tutti noi? E delle aziende a cui ci rivolgiamo quotidianamente? La necessità di considerare la reputazione come un asset portante per la propria attività, vista la volatilità a cui oggi è soggetta a causa dei nuovi media se non curata adeguatamente.
