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5 iniziative per cavalcare l’onda della trasformazione digitale post-Covid

Lo abbiamo detto fino allo sfinimento e, con noi, i più grandi e autorevoli analisti del mondo. Il Covid sta spingendo il mondo verso la trasformazione digitale per tanti anni immaginata, sfiorata, caldeggiata e prevista. Soprattutto, lo sta facendo senza che ci siano state prove generali o esercitazioni a disposizione per i diversi sistemi-Paese. O ci si adatta e si cavalca l’onda o si affonda.

Trasformazione digitale: il focus sul cambiamento

Come ha brillantemente sintetizzato George Westerman, tra le più illustri voci accademiche americane nel campo degli studi sulla forza lavoro, “Se non cambiano le organizzazioni, la tecnologia non è in grado di fare nulla per gli affari”.

Il focus dovrebbe perciò essere sul cambiamento più che sulla tecnologia e sui suoi avanzamenti: “La digital transformation non è tanto un problema digitale quanto un problema di trasformazione. Si tratta di un problema della leadership nel visualizzare e guidare il cambiamento”.

 

Certezze messe in discussione dal Covid

Nella sua analisi, Westerman parte da una serie di assunti sulla digital transformation che, a suo avviso, le organizzazioni avrebbero dato per scontato per anni. Ora, sostiene il professore della MIT Sloan School of Management, il Covid sta facendo tremare molti di questi fondamenti, lasciando scoprire una realtà che si allontana spesso molto dalle speculazioni degli scorsi anni. Questa, schematicamente, la sua analisi:

Assunto #1: I clienti e gli utenti danno valore al “tocco umano”

Realtà: In questo biennio si è dimostrato come una esperienza digitale ben architettata possa offrire un’alternativa equivalente a quella fisica e, a volte, anche preferibile in quanto maggiormente personalizzata

Assunto #2: Maggiore è la regolamentazione e più si inibisce e rallenta la trasformazione digitale

Realtà: Nel contesto della pandemia, invece, proprio le industrie e i settori più regolamentati si sono dimostrati pronti ad affrontare e ripensare velocemente paradigmi e regole per favorire il cambiamento. Si pensi, ad esempio, all’industria dell’assistenza sanitaria che si è attivata per scongiurare questioni e preoccupazioni legati alla privacy per favorire il lancio e la diffusione di servizi divenuti fondamentali come le visite e le pratiche di telemedicina.

Assunto #3: È saggio comportarsi da “fast follower”, ovvero essere un’organizzazione veloce nel fare proprie le migliori idee degli altri

Realtà: Valutare le innovazioni degli altri prima di prendere iniziative ha smesso di essere una buona idea durante la pandemia (forse anche prima). I business che si sono comportati così, secondo Westerman, sono ora quelli a maggior rischio di fallimento, perché hanno perso opportunità e arrancano a distanza dietro la concorrenza.

Assunto #4: Chi si occupa di IT nelle organizzazioni non può stare al passo con gli sforzi richiesti per la digital transformation

Realtà: Le organizzazioni più tecnologizzate, in ogni settore, sono riuscite invece a mantenere sempre tutto a pieno regime e ad assicurare entrate mentre erano impegnate a innovare.

Assunto #5: La gente non pagherà mai il prezzo pieno per il digital-only

Realtà: Lo sta già facendo e continuerà a farlo senza remore alcuna.

 

Le prossime 5 iniziative digitali da non perdersi

Stabiliti quali sono i miti da sfatare in questo momento, su cosa bisognerebbe lavorare all’interno delle organizzazioni e delle aziende per cambiare marcia e mettersi in carreggiata con il cambiamento? Per Westerman le aree di intervento per le iniziative digitali della prossima generazione sono 4:

Customer experience

Anche se non si tratta di un terreno vergine, l’esperienza dell’utente finale sta diventando sempre più personale nell’era digitale, con conseguente maggiore coinvolgimento emotivo. Non importa il settore in cui si opera, il machine learning e l’intelligenza artificiale diventano assolutamente fondamentali per offrire esperienze uniche, customizzate sulla base dei gusti dei nostri frequentatori digitali.

L’esperienza dei dipendenti

L’automazione e il machine learning sono sinonimi di efficienza nelle operazioni di routine e il digitale può aiutare in modi ancora inesplorati i lavoratori nel workplace. Si pensi alla realtà aumentata. Nei cantieri di Newport. ad esempio, l’AR viene già utilizzata per dare istruzioni agli operai permettendogli di connettere cavi più agevolmente o di chiedere la collaborazione di un collega quando un carico è troppo pesante per una sola persona.

Le operazioni e il workflow

L’IoT permette di raccogliere ed elaborare dati che consentono a macchinari e strumenti di evitare sprechi, aumentando performance e introducendo nuovi servizi. Le simulazioni, ad esempio, possono permettere di ridurre il numero di prototipi fallimentari nell’industria meccanica; la raccolta di grandi dati può permettere di determinare quale componenti lavorano meglio insieme, nell’edilizia, o di introdurre nuovi servizi nel terziario, avendo ottimizzato le operazioni relative a quelli già implementati.

Trasformazione del modello di business

Per Westerman, per sopravvivere nel mondo digitale, non c’è bisogno di essere disruptive come le compagnie che hanno eliminato l’intermediazione (Uber o Airbnb su tutti). Esistono modelli sostenibili di cambiamento che prevedano il  solo rafforzamento e l’estensione digitale dei modelli. Ad esempio, le compagnie aeree stanno usando la raccolta di big data per diventare maggiormente proattive nei servizi di manutenzione.

La grande sfida-iniziativa dei territori

“People have the power”: è bene sottolineare che tutte queste iniziative avranno successo solo se verrà creata una cultura digital-ready. Questa è la grande sfida-iniziativa che, a nostro avviso, andrà affrontata nei prossimi anni a livello innanzitutto territoriale.

C’è infatti da lottare ogni giorno per porre fine, o quantomeno ridurre sempre di più, il fenomeno del digital divide. In Italia, lo abbiamo visto esplodere in maniera evidente con la DAD a scuola lo scorso anno e con le discrepanze (talvolta enormi) emerse tra le diverse regioni.

 

La sostenibilità della trasformazione digitale, dunque, risiede in una nuova attenzione alle politiche e alle iniziative nei territori. Organizzazioni pubbliche e soggetti privati giocano un ruolo altrettanto importante in questa partita, come abbiamo sottolineato proprio nell’ultimo numero di Reputation Review dedicato a Madre Terra.

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