È passato più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19. La nostra quotidianità si è abituata a una ricca terminologia medico-statistica che rimbalza trasversalmente su tutti i media ogni giorno: curva del contagio, triage, immunità di gregge, vaccini mRna, ecc.
Abbiamo però un problema: c’è una generalizzata sfiducia nei confronti delle istituzioni che danno o dovrebbero dare garanzie e informazioni certe su questi temi. Si tratta di un problema enorme e complesso, che rischia nei prossimi mesi di vanificare gli sforzi fatti per contenere i contagi e per organizzare la più rapida e vasta campagna vaccinale della storia.
Davide Ippolito ha individuato questo problema e, con il suo nuovo libro, Comunicare la Pandemia – Errori e piccoli disastri, lo analizza a fondo per mettere ordine e comprenderne le cause più profonde. Cosa abbiamo sbagliato negli scorsi mesi? Perché istituzioni governative e addirittura l’OMS hanno perso la loro reputazione? Cosa avremmo dovuto fare di diverso? È troppo tardi o possiamo riconquistare una comunicazione trasparente, affidabile e autorevole?
Comunicare la Pandemia: di cosa parla il libro?
Comunicare la Pandemia – Errori e piccoli disastri è un saggio snello e agile scritto da Davide Ippolito, co-fondatore di Zwan e Reputation Rating, ed edito da Mediolanum Editori. Il libro è in uscita il 28 aprile.
L’autore, tra i massimi esperti di Reputation Marketing in Italia, mette sul piatto analisi e riflessioni sul ruolo che la Reputazione può avere nell’aiutare le istituzioni a comunicare durante la pandemia e la campagna vaccinale. Proprio nella perdita di Reputazione, oggi un capitale tangibile e misurabile per le organizzazioni, Ippolito individua infatti un problema centrale che sta già avendo gravi ripercussioni sull’efficacia delle misure anti-Covid adottate.
Davide Ippolito, co-fondatore di Zwan e Reputation Rating
I 5 errori più gravi di Comunicazione sul Coronavirus
L’autore parte da 5 errori commessi a livello comunicativo durante il primo anno di pandemia, illustrando il danno arrecato da questi all’autorevolezza delle organizzazioni istituzionali. Per riassumere gli errori sono i seguenti:
- La decisione di porre linee guida fisse che hanno finito per portare a un falso senso di precisione e di tutela dal contagio.
- La ricerca del colpevole, dell’untore
- Dare la parola e la visibilità ai cosiddetti “esperti”
- La spasmodica presentazione dei bollettini quotidiani che offrivano una comunicazione massiva di numeri e statistiche senza contestualizzare, creando ancora più confusione
- Paragonare la pandemia a una guerra e utilizzare abbondantemente il lessico e la retorica militare
L’obiettivo e il senso del libro su comunicazione, pandemia e reputazione
L’intento del saggio non è, come si potrebbe erroneamente pensare, puntare il dito e colpevolizzare. Questo è stato anzi uno degli errori comunicativi secondo l’autore. Davide Ippolito cerca invece di partire da quegli errori per correggere subito il tiro, parlando in maniera più consapevole ai propri stakeholder, con il supporto di quello che il marketing della Reputazione insegna ogni giorno ai brand.
Come il giornalista Bruno Chiavazzo sottolinea in prefazione: «Ricostruire un rapporto di fiducia basato sulla verità, sulla trasparenza, sull’affidabilità, sulla reputazione di chi è all’apice del sistema democratico è la sfida che ci aspetta nei prossimi anni». Davide Ippolito tenta di contribuire a vincere questa sfida, chiamando in soccorso la psicologia delle masse e le best practice della Corporate Reputation e del Crisis Management.
5 buoni motivi per leggere Comunicare la pandemia di Davide Ippolito
Che l’argomento di cui parla l’ultimo libro di Davide Ippolito sia molto attuale, crediamo sia evidente a tutti. Per concludere, però, segnaliamo ai lettori e agli appassionati di comunicazione e marketing 5 buoni motivi per acquistare, a partire dal 28 aprile, e leggere Comunicare la Pandemia.
- Il libro è snello (poco più di 100 pagine), scritto con un linguaggio colloquiale e divulgativo e quindi ha tempi di lettura abbordabili anche per i professionisti più impegnati.
- Il libro è autorevole. Sembra quasi pleonastico, ma un libro che parla di autorevolezza in tempo di pandemia, non poteva che essere affidato a una penna autorevole. Davide Ippolito si occupa da anni di Reputation Marketing ad altissimi livelli e basta dare un’occhiata alla sua biografia per accorgersene. Inoltre questa è già la sua terza “fatica” in ambito saggistico, senza contare le iniziative editoriali di Reputation Review, da lui fondata, e le tante pubblicazioni in ambito scientifico.
- Non si tratta del solito libro di marketing focalizzato solo sulla persuasione e sul vendere servizi. L’autore dimostra di essere molto a suo agio a trattare anche di psicologia collettiva, toccando tematiche come l’errore di conferma, cioè la tendenza naturale a cercare solo conferme, la fallacia narrativa, che riflette la nostra incapacità di osservare una sequenza di fatti senza aggiungervi una spiegazione oppure senza imporre un collegamento logico e le prove silenziose, quei ragionamenti apparentemente corretti ma viziati da errori logici.
- Il saggio non è polemico e non vuole cercare altri untori comunicativi. Comunicare la pandemia ha il merito di essere molto lucido nelle analisi e, soprattutto, di essere propositivo. Alla pars destruens, all’individuazione degli errori e del need, segue una pars construens che indica la strada per superare questa crisi di reputazione e fiducia
- Il libro costerà al momento del lancio solo 1 €. In accordo con la casa editrice, l’autore ha scelto di non badare al profitto dell’operazione editoriale, per assicurarsi che il saggio giunga nelle mani giuste, ovvero quelle dei decision-maker e dei responsabili comunicazione delle organizzazioni colpite nella reputazione dalla pandemia.
Non ci resta che augurarvi buona lettura!