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Deepfake: nuove cyber minacce alla reputazione

Deepfake: nuove cyber minacce alla reputazione

Internet e le infinite potenzialità dei suoi servizi hanno accorciato le distanze e incoraggiato le relazioni interpersonali, promuovendo lo scambio di opinioni e notizie in direzione dei valori democratici della libertà di espressione e del pluralismo informativo.

Nonostante le indiscusse opportunità, il World Wide Web accelerato dall’AI (Intelligenza Artificiale) rappresenta, tuttavia, una sfera conoscitiva non esente da insidie. Il pericolo più grande per gli internauti è il rischio dell’era della post verità: la frequente difficoltà nel distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.

La crisi dei media tradizionali e l’uso crescente di motori di ricerca e social network come principali piattaforme di condivisione transgenerazionale sono l’origine di due grandi problemi nel campo dell’informazione online: la saturazione di notizie, la cosiddetta infodemia, e la diffusione incontrollata di fake news

DEEPFAKE: LA VIRALE FRONTIERA DELLA DISINFORMAZIONE

Oggi risulta impossibile menzionare il web e i social media senza citare la dilagante questione della disinformazione. A differenza della misinformazione – fuorviante, ma inconsapevole – il disordine informativo nasce con lo scopo di diffondere intenzionalmente falsa informazione per causare danni alla reputazione di terzi.

La viralità delle fake news esacerba la polarizzazione dell’opinione pubblica ed estende le alterazioni anche a livello individuale, innescando preoccupanti mutamenti di massa che, seppur invisibili, possono creare significative crepe percettive sull’immagine e sull’identità di persone, aziende e organizzazioni. 

Di fronte a tali rischi, accrescere la reputazione rappresenta un’aspra sfida, ancor più spinosa se si guarda al nascente pericolo del deepfake: immagini, video e audio contraffatti attraverso l’utilizzo di app, software e tecnologie avanzate per ritrarre fedelmente volti e corpi di personalità di spicco.

Il recentissimo fenomeno impenna l’ondata delle fake news attraverso la diffusione di contenuti reali manipolati consapevolmente attraverso l’uso dell’AI. Le principali vittime del deepfake sono attori, politici e altre celebrità. Queste ultime sono spesso ritratte in situazioni apparentemente realistiche, ma assurde; oppure, ancora, si ritrovano protagoniste di dichiarazioni incredibili o fuori dal comune. 

IL FENOMENO DEEPFAKE: QUALI SONO I RISCHI PER LA REPUTAZIONE?

La condivisione virale di contenuti deepfake alimenta il dubbio e innesca la destabilizzazione dell’opinione pubblica, sviluppando società zero-trust tentennanti anche di fronte all’evidenza, perché anche quest’ultima può essere manipolata. Ne consegue l’aumento della tensione sociale, con evidenti conflitti e disordini anche nel mondo digitale.

Oltre al danno percettivo, il deepfake lancia un grave cyber attacco alla reputazione, minando la dignità di importanti figure politiche. L’attacco cibernetico non ha risparmiato Donald Trump e  Vladimir Putin, raffigurati in manette o in contesti di arresto, o addirittura il pontefice, apparso recentemente in un appariscente piumino bianco.

Deepfake: nuove cyber minacce alla reputazione
Deepfake (Shutterstock)

Il successo divulgativo di fake news e media alterati da meccanismi deepfake si inserisce all’interno di un contesto sociale più complesso, dominato da algoritmi e bolle informative condivise e scrollate sul coinvolgente pilastro neurocognitivo della diffusione e condivisione di informazioni per bias di conferma.

Alla permanenza eccessiva in camere d’eco (echo chambers) virtuali, ossia nicchie di convinzioni sociali, si contrappone una forte sensazione di ansia provocata da una scarsa attenzione e, in generale, da una mancata proattività nei confronti delle informazioni, spalmate in feed aggiornati sulla novità piuttosto che sul principio di verità o falsità della notizia.

L’illusione di verità algoritmica promossa dal deepfake è supportata dall’intelligenza generativa di social engineering basati su abilità di machine learning, sottocategoria dell’AI che ottimizza la performance dei dispositivi grazie alla lettura di dati, a loro volta interpretati e utilizzati grazie all’apprendimento su basi neurali artificiali noto come deep learning

VERITÀ ALGORITMICHE: È POSSIBILE SALVARE LA REPUTAZIONE? 

Nella società liquida, così come la intende Zygmunt Bauman, il progresso tecnologico e di social engineering non sempre avanza in maniera etica. Come accennato in precedenza, la diffusione incontrollata di fakenews e deepfake rischia di minare valori e diritti della civiltà, dalla democrazia alla libertà. 

Le conseguenze sono molteplici e spaziano dalla diffusione di falsità all’influenza delle elezioni politiche; o, ancora, truffe sociali, disordini di massa e danneggiamento, spesso permanente, dell’immagine e della reputazione di persone, aziende e organizzazioni.

Di fronte all’informazione che inganna sotto forma di fakenews o deepfake è necessario adottare un approccio proattivo. Per proteggersi e salvare la reputazione propria e altrui è bene aumentare la consapevolezza individuale e collettiva sulla questione.

Il fenomeno della disinformazione e delle fake news è all’ordine del giorno e non può più essere ignorato. Adottare un comportamento responsabile durante la navigazione web è indispensabile per salvare la verità di informazione ed evitare il danno reputazionale online e offline.

Per promuovere una sana convivenza nel mondo digitale è necessario richiamare alla prudenza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vitalità di attività di demistificazione e smascheramento di notizie false, quali quelle di fact checking e debunking, sia nella produzione sia nella ricezione dei contenuti online. 

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