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Logo o volto? 5 fattori per diventare opinion leader

Logo o volto? 5 fattori per diventare opinion leader

Cresce la percentuale di aziende che investono nella reputazione. Come accennato nell’articolo precedente, la corporate reputation diventa oggi un solido asset aziendale; un indicatore imprescindibile per determinare il valore percettivo di qualsiasi organizzazione consolidata o emergente.

Seguire l’ondata dell’innovazione e adattare i criteri di ESG (Environmental, Social and Corporate Governance Culture) alle pratiche di leadership e people management agevola tale costruzione: è solo nel benessere aziendale che può sorgere la prosperità reputazionale intesa come riconoscimento collettivo e condiviso di qualità e competenze all’interno di un ambiente di lavoro.

L’ecosistema Zwan non lascia nulla al caso e si impegna ogni giorno a garantire una crescita reputazionale sostenibile per imprenditori, liberi professionisti e, in generale, per chiunque abbia voglia di elevarsi e distinguere il proprio messaggio nell’eterogeneità imprevedibile del mercato.

La reputazione: il motore delle attività di brand e corporate management

L’impennata dei dati con riferimento agli investimenti in corporate e brand reputation conferma la positività del ritorno reputazionale, oggi ancora più evidente con la diffusione dei social network e degli e-commerce. Da spazi virtuali di divulgazione, i social media sono oggi delle nicchie di promozione indispensabili per diventare opinion leader di settore.

Il rimbalzo del passaparola positivo in tali vetrine apporta notevoli vantaggi non solo in termini azionari: l’uso strategico della comunicazione online aiuta a rafforzare l’immagine, l‘identità e la notorietà di un’organizzazione, con notevoli risultati sui profitti e sul market value della realtà di riferimento.

Valore empirico e misurabile attraverso specifici strumenti di reputation rating, la reputazione è uno strumento efficace per accelerare l’ascesa di aziende come realtà affermate ed esperte in uno specifico settore. L’importanza della reputazione trova conferma nei dati 2020 (Adnkronos): la corporate reputation occupa il 63% del valore di mercato dell’azienda.

Affinché possa diventare vero asset di business, la crescita reputazionale deve estendere le sue potenzialità all’offline: intensificare l’eco dell’online attraverso soluzioni concrete e personalizzate, come house-organ aziendali, libri ed eventi accelera il raggiungimento dell’obiettivo attraverso l’emozione, il coinvolgimento diretto e la compartecipazione attiva da parte dei portatori di interesse.

Personal branding: ti fidi più di un logo o di un volto?

Accrescere la reputazione incrementa l’affermazione della percezione percettiva da parte di dipendenti, clienti e stakeholder, ma come investire per un suo sviluppo sostenibile? Il livello di considerazione pubblica richiede una pianificazione strategica mirata a legare una realtà – con le sue attività e soluzioni – alle aspettative da parte della sua nicchia di interessati.

L’aumento delle richieste da parte di singoli individui e organizzazioni verso strategie e operazioni di reputation management testimonia il mutamento attuale della priorità lavorativa: la crescita degli investimenti nella reputazione conferma il valore reputazionale quale biglietto da visita indispensabile per differenziarsi sul mercato e primeggiare nella mente del target potenziale.

Nella classifica dei fattori che più incidono sulla reputazione rientrano attività di customer service, in particolare qualità, pertinenza e sicurezza di prodotti/servizi, e pratiche sostenibili secondo i criteri di ESG. Per l’ascesa da vero opinion leader di settore è tuttavia indispensabile unire energie, tempo e risorse in altre attività: le operazione di personal branding.

L’importanza dei volti: la risposta della scienza

Nelle attività di branding c’è un grande errore che accomuna aziende e professionisti: sbilanciare troppo peso reputazionale sul logo trascurando l’importanza del proprio volto mentre è proprio “metterci la faccia” il principio numero uno dello sviluppo del proprio marchio personale.

La ragione di tale tendenza è molto semplice e risiede nel cervello: l’essere umano è geneticamente predisposto al riconoscimento dei volti.

Stando a quanto si apprende da una ricerca italiana pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), a poche ore dalla nascita, i neonati sono già in grado di identificare e comprendere i volti umani, entrando in contatto diretto con gli adulti che si prendono cura di loro: si tratta di una competenza innata localizzata nel sistema neuronale dell’area corticale.

La zona cerebrale adibita al riconoscimento dei volti è il lobo occipito-temporale: lo stesso circuito corticale che abilita la percezione dei visi negli adulti. Alla spiccata precocità squisitamente umana si unisce un’altra sorpresa: i neonati trovano maggiore stimolo dall’esposizione dei volti rispetto agli oggetti, competenza che acquisisce maggiore maturazione sistemica durante lo sviluppo.

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I 5 fattori dell’opinion leader

La conferma del peso reputazionale del volto rispetto a un logo inanimato è stato confermato dalla letteratura scientifica.

Investire nella propria persona mettendoci la faccia rappresenta, dunque, il passo decisivo per emergere come vero esperto di settore, ma quali sono i criteri che agevolano l’ascesa dell’opinion leader? Ne sono stati individuati 5 principali:

  • autorevolezza e credibilità: adotta strategie di marketing e piani editoriali mirati ad accrescere i tuoi valori di professionalità e competenza. La redazione di articoli e riviste aziendali intensificano la specializzazione di settore, arricchendo la propria realtà di dati reali, casi di studio e novità, dimostrando, di conseguenza, esperienza e buona reputazione.
  • crea fiducia: un’emozione positiva indispensabile per aumentare il visual hammer positivo nei confronti di aziende, imprenditori e liberi professionisti. Il sentimento di fiducia comporta la cieca adesione alle proprie attività: puntare sulla costruzione della promise sulla base di criteri sostenibili e inclusivi può facilitare l’adesione alla mission da parte di una platea più ampia di portatori di interesse.
  • massima diffusione: l’affermazione del proprio volto come esperto di settore comincia nella partecipazione teorica e trova slancio nel coinvolgimento emozionale diretto con i propri clienti e stakeholder attraverso momenti reputazionali unici sotto forma di libri, podcast e altri spazi editoriali multimedia customizzati.
  • contenuti di qualità: non solo la storia della propria azienda, ma curiosità, approfondimenti e spunti di riflessione, promossi con ancoraggio all’attualità accelera l’effetto buzz del passaparola, spingendo il proprio volto in alto nella classifica degli opinion leader di settore, grazie anche alla distribuzione multicanale della propria voce.
  • presenza regolare e costante: crea appuntamenti fissi con il tuo pubblico attraverso format, video e altri spazi editoriali customizzati per favorire il legame tra i propri progetti e le aspettative del tuo pubblico di interessati, emergendo come esperto leader del proprio settore di riferimento.

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